Sanguisughe by GIORDANO Mario

Sanguisughe by GIORDANO Mario

autore:GIORDANO Mario
La lingua: ita
Format: mobi, epub
ISBN: 9788804610038
editore: Mondadori
pubblicato: 2011-05-13T22:00:00+00:00


quasi 1 miliardo e mezzo, stanziato a cuor leggero negli uffici della Ue. Dove magari, a pochi metri di distanza, si stanno chiedendo con insistenza tagli per le pensioni dei cittadini europei.

Andare a riposo? Sarà forse che, a forza di assurdità simili, i debiti si sono accumulati fino all'insostenibile? E sarà per questo che i più giovani stanno perdendo la certezza di avere mai una pensione? «I debiti, i debiti. Ci doveva pensare lo Stato, ai debiti. Mica siamo noi a pesare sui debiti. … Sempre a prendersela con la povera gente…» La povera gente? Francesca Z. è «la povera gente»? Una che è diventata pensionata all'età in cui oggi si riescono ad avere i primi contributi regolarmente versati? Una che dal 1982, per non fare nulla, prende quello che uno stagista non riesce a guadagnare spaccandosi la schiena per dieci ore al giorno? Davvero lei è «la povera gente»? La sua vita merita di passare alla storia, seppur alla piccola storia delle storture del nostro Paese. Nata in provincia di Messina nel 1951, raggiunge la terza media con le 150 ore, poi va a lavorare come operaia in una tappezzeria (impresa artigiana). Nel 1977, a 26 anni, comincia a fare supplenze come bidella. Nel settembre 1982 entra in ruolo e immediatamente chiede il ricongiungimento con i contributi versati nel settore artigianale: il 1° agosto 1983, esattamente 11 mesi dopo l'assunzione, le viene riconosciuto il diritto alla pensione e lei si ritira a Lissone, in Lombardia. Da quel giorno, puntuale come un treno giapponese, l'assegno scorre dalle casse della previdenza a quella della signora Francesca, che così, ancor prima di compiere 60 anni, ha già avuto modo di viverne, come si diceva, 28 da pensionata…

Il vitalizio ammonta a 834,93 euro mensili, con tanto di tredicesima. Ciò significa oltre 10.000 euro netti l'anno. Li prende dal 1983, cioè dall'anno in cui Bjorn Borg si ritirava dal tennis, Lech Walesa vinceva il Nobel e Tiziana Rivale trionfava a Sanremo cantando Sarà quel che sarà. I conti sono presto fatti: in questi 28 anni la signora Francesca ha incassato 280.000 euro. E se vivrà, come si presume considerando la vita media delle donne italiane, almeno altri venti anni (auguri!), ne incasserà ancora 200.000. Alla fine, dunque, circa 480.000 euro, cioè 1400 euro per ogni giorno che ha lavorato come bidella. Non male, no? Soprattutto se si pensa che i contributi da lei versati, seppur rivalutati al 2010, ammontano a non più di 19.000 euro. E dunque, alla fine della fiera, pallottoliere alla mano, solo per permettere alla signora Francesca Z. di Lissone di passare 28 anni in panciolle, lo Stato ci rimetterà (netti) 461.000 euro. Una bella somma, non c'è che dire. Ma chi la paga?



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